Quattro maggio
E' una collina come tante nell'esteso territorio della provincia di Torino, ma è l'unica che guarda dall'alto e da vicino Torino e la sua corona alpina: la collina di Superga. E' sempre stata boscosa, coperta di boschi selvaggi di rovere, infestati da robinia, difficile, faticosa e impervia da attraversare.
Un giorno, il Duca Vittorio Amedeo II decise di incaricare l'architetto messinese Filippo Juvarra per la costruzione di un Santuario sulla stessa collina.
Era il 1717 quando venne asportata la vetta della collina per un'altezza di 40 m, per porre sulla sommità, la prima pietra della Basilica di Superga. I lavori terminarono con l'inaugurazione nel 1731.
Manzoni, qualche anno dopo, in occasione della morte del Generale Napoleone, scriveva "5 maggio 1821", mentre Carducci nella primavera del 1890, sul golfo di La Spezia componeva una breve lirica " Ad Annie" dedicata alla giovane poetessa Annie Vivanti.
Scende da' miei pensieri l'eterna dea poesia
su'l cuore, e grida - O vecchio cuore, batti. -
Nel maggio del 1949 nei cieli bui di Torino cadeva un mito, una bandiera, una storia fino ad allora senza fine. L'aereo che portava la squadra del Torino, con giocatori, giornalisti e staff di ritorno da un'amichevole a Lisbona. Si schiantava sulla parte posteriore della Basilica. E' una tragedia che ancora oggi viene ricordata e l'altra sera onorata e festeggiata da una sofferta vittoria del Toro, contro il Parma.
Nonostante gli interessi e le smisurate cifre di denaro che vengono generate e bruciate dal movimento del calcio, i giornali sportivi utilizzano dei riflettori con una delicata luce blu.
Blu come la notte rischiarata dalla Luna, blu come gli occhi della donna che mi ama, blu come i riflessi del sole attraverso i fiori appena sbocciati del glicine, blu cristallino come il suono delle ottave centrali del pianoforte e il blu come la maglia della Nazionale azzurra in tutti gli sport.
Ancora il blu del cielo attraverso le chiome della foresta di rovere attraverso cui ha gettato lo sguardo l'architetto Juvarra, il blu del mare intorno all'Isola di Sant'Elena, blu, glauchi e azzurri i fiori, come gli occhi di Annie visti dal poeta Carducci e infine blu come il cielo spietato e infinito sopra la Basilica in quella notte del 4 maggio.
Gli stessi calciatori hanno ricordato quel blu spietato e infinito. Fermarsi e celebrare, ricordando il passato, è stato un atto di civiltà, per nulla non scontato per questo mondo superficiale di oggi. Grazie Ragazzi granata!!