venerdì 19 marzo 2021

Storie dimenticate

STORIE DIMENTICATE

Dieci anni vissuti in discoteca, tra balli, sigarette, danze in punta di dita, musica ad alto volume. Nel primo mattino, tutte le mattine, saponi detergenti, detergenti per pavimenti, odori acri e insopportabili, insomma puzzolenti. Alla sera, fino a tarda notte e alle volte fino al mattino, ancora balli, musica assordante, sonate, serenate e accompagnamenti senza sosta, con le mani sudate di non so quante persone. Tutti i santi giorni. Alla sera si ricominciava con la musica ad alto volume, senza sosta fino a notte fonda. 

Da un certo giorno, sempre meno feste, sempre meno rumori e sempre più silenzio, per un periodo durato ben trent'anni. Così ho preso un sacco di umidità, mi sono infreddolito e sono rimasto molto in silenzio, a meno che qualcuno non mi venisse a trovare di nascosto e mi facesse ballare, mi solleticasse. Poi ancora tanto silenzio e buio. Un'oscurità umida e vuota.

Un giorno mi sono trovato alla luce del sole e poi al vento. 

Il giorno dopo c'era luce sempre e non c'era più umidità. Ma stavo bene, perchè qualcuno qui metteva nuovamente la musica, mi solleticava, cantava, suonava. Qualcuno tentava anche di ballare.

Paolo Jannacci - Troppo vintage

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Ieri è venuto il dottore a vedermi, a visitarmi. Quel signore canuto mi ha guardato e mi ha detto: " Caro mio, hai bisogno di un lungo controllo...tornerai quello che eri, ovvero che sei: uno splendido e lucidissimo pianoforte a mezza coda nero." 

Questa storia non nulla a che vedere con il bosco. Forse a pensarci bene ci si ritrova in mezzo. Tra un'uscita e l'altra nel bosco, io facevo una visita al pianoforte nero.

Vi ho raccontato una storia dimenticata: era scritta in bella calligrafia, su un foglietto di carta ingiallito, un post-it, dimenticato dal mio amico Jaco. 



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La brace del mio camino

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