STORIE DIMENTICATE
Da un certo giorno, sempre meno feste, sempre meno rumori e sempre più silenzio, per un periodo durato ben trent'anni. Così ho preso un sacco di umidità, mi sono infreddolito e sono rimasto molto in silenzio, a meno che qualcuno non mi venisse a trovare di nascosto e mi facesse ballare, mi solleticasse. Poi ancora tanto silenzio e buio. Un'oscurità umida e vuota.
Un giorno mi sono trovato alla luce del sole e poi al vento.
Il giorno dopo c'era luce sempre e non c'era più umidità. Ma stavo bene, perchè qualcuno qui metteva nuovamente la musica, mi solleticava, cantava, suonava. Qualcuno tentava anche di ballare.
Paolo Jannacci - Troppo vintage
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Ieri è venuto il dottore a vedermi, a visitarmi. Quel signore canuto mi ha guardato e mi ha detto: " Caro mio, hai bisogno di un lungo controllo...tornerai quello che eri, ovvero che sei: uno splendido e lucidissimo pianoforte a mezza coda nero."
Questa storia non nulla a che vedere con il bosco. Forse a pensarci bene ci si ritrova in mezzo. Tra un'uscita e l'altra nel bosco, io facevo una visita al pianoforte nero.
Vi ho raccontato una storia dimenticata: era scritta in bella calligrafia, su un foglietto di carta ingiallito, un post-it, dimenticato dal mio amico Jaco.
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