E' il titolo del secondo album del grande Francesco Renga da solista...che io amo molto...ma è anche quello che mi piace lasciare del mio modo di intendere l'arte. Piccole impronte che per i molti non hanno un significato. Per me rappresentano tappe fondamentali del mio cammino di vita. Sono se non il tutto, almeno molto dei miei sentieri mentali.
Piccoli tratti che costruiscono una o più direzioni. Da ognuno di essi potrebbe partire un'idea, una poesia, un trittico, dei disegni, un libro, un brano musicale.
Se non li lasciassi sono sicuro ne perderei le tracce. Il tempo scorre e ti sottrae sempre...tuttavia le tracce sono le uniche che ti donano l'esperienza.
Se rimanesse un viaggio mentale, senza segno tangibile...quel pensiero sarebbe destinato all'aere.
In questi giorni sto lavorando al libro nuovo con molte, continue, e invasive pause dovute ai dannati ritmi che ci impone la vita moderna.
Grazie alle tracce riesco a riprendere il discorso, il concetto, o almeno l'ombra dell'idea originaria. Sento quel respiro.
Non è poco.
Ecco un appiglio newyorkese dichiarato, per imprimere uno di quei segni.
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