Uno dei miei ispiratori nel periodo gennaio-ottobre del 2020, durante la scrittura de " Il bosco che c'è", - scusate il bisticcio - è sicuramente Paolo Jannacci. Poliedrico strumentista e artista sulla scena dello spettacolo mondiale che scrive nel suo ultimo album recita:
...Il cervello si sbriciola, in preda ai ruffiani
i capelli ingrigiscono, le forze svaniscono
gli amici scompaiono, le luci anneriscono...
...così, illuminato da queste semplici parole, sempre più convinto e determinato ho scritto. Sedutomi sulla sedia, ho deciso di comunicare alle persone, amici e non, le problematiche che si generano nei lavori forestali e agricoli. Entrando nel dettaglio mi sono soffermato sull'importanza della natura per l'uomo e la complessità dei fenomeni strettamente legati al bosco.
Quello che si vede in primo piano, non è solo un produttore di polline: è un amento maschile. Esso è importante per la riproduzione del carpino nero, specie assai diffusa nei nostri boschi umbri e non solo.
L'unica cosa che so fare è sognare. Ho sognato e realizzato "IL BOSCO CHE C'E'".
Prima che le luci si anneriscano e le forze svaniscano vi invito all'ascolto di:
Paolo Jannacci - L'unica cosa che so fare - 2019
Grazie ancora una volta Paolo!
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