mercoledì 11 novembre 2020

L'unica cosa che so fare

Uno dei miei ispiratori nel periodo gennaio-ottobre del 2020, durante la scrittura de " Il bosco che c'è", - scusate il bisticcio - è sicuramente Paolo Jannacci. Poliedrico strumentista e artista sulla scena dello spettacolo mondiale che scrive nel suo ultimo album recita:

...Il cervello si sbriciola, in preda ai ruffiani 

i capelli ingrigiscono, le forze svaniscono

gli amici scompaiono, le luci anneriscono...


...così, illuminato da queste semplici parole, sempre più convinto e determinato ho scritto. Sedutomi sulla sedia, ho deciso di comunicare alle persone, amici e non, le problematiche che si generano nei lavori forestali e agricoli. Entrando nel dettaglio mi sono soffermato sull'importanza della natura per l'uomo e la complessità dei fenomeni strettamente legati al bosco.


Quello che si vede in primo piano, non è solo un produttore di polline: è un amento maschile. Esso è importante per la riproduzione del carpino nero, specie assai diffusa nei nostri boschi umbri e non solo. 

L'unica cosa che so fare è sognare. Ho sognato e realizzato "IL BOSCO CHE C'E'".

Prima che le luci si anneriscano e le forze svaniscano vi invito all'ascolto di:

Paolo Jannacci - L'unica cosa che so fare - 2019

Grazie ancora una volta Paolo!

 

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