In fondo a quel vicolo ( e cioè sulla parete che chiude l'impasse) si apriva la vetrina di un rigattiere che un'insegna sbiadita celebrava come Brocantage de Qualité - vetrina ormai opaca per la polvere spessa che ne lordava i vetri, i quali già poco rivelavano delle merci esposte e dell'interno, perchè, ciascuno di essi era un riquadro di venti centimetri per lato, tutti tenuti insieme da una intelaiatura di legno. Accanto a quella vetrina avrebbe visto una porta, sempre chiusa, e accanto al filo di una campanella un cartello che avvertiva come il proprietario fosse temporaneamente assente.
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Questi sono due brevi periodi tratti dal Cimitero di Praga dello scrittore, filosofo, semiologo Umberto Eco. La descrizione di un breve attimo, diventa un racconto nel racconto. La sua scrittura è come un biglietto del treno che prevede un numero non precisato di stazioni. Si può decidere di scendere dopo poco, subito o non scendere mai. I suoi periodi ti trasportano su una poltrona comoda e ti permettono di vedere un film senza sosta. I particolari sulla storia e sui personaggi sono sempre talmente compenetrati tra loro che la storia sembra scriversi da sola. Nella sua scrittura metteva tutti i suoi mondi e da essi ne nascevano altri straordinari.
Nel "Nome della Rosa", il frate Adso diceva:
Per dominare la Natura, prima dobbiamo imparare ad obbedirle.
Questa frase asserisce come sia difficile controllare la Natura, cosa che, io credo sia impossibile, ma ribadisce il concetto fondamentale che la Natura ci insegna quali sono le regole per la vita. Noi, siamo nella Natura, siamo Natura e poter convivere con le altre specie viventi sulla Terra, dobbiamo rispettare delle regole. Magari sono poche, ma ferree e imprescindibili.
Così, nel "Bosco che c'è" le piante e gli animali vivono in una comunità, ne rappresentano gli stessi elementi, come direbbero gli scienziati, sono i differenti livelli dell'ecosistema. Tutto è regolato, da stretti legami, talmente stretti che si è più volte ipotizzato che il sottosuolo vi sia una fitta rete "sociale", dove piante e esseri viventi anche a distanza di migliaia di chilometri comunicano con semplici impulsi. Così in questa rete, ogni singola radice, erbacea o arborea che sia, risulta essere un anello, una connessione tra esseri viventi anche molto distanti e diversi Ci sono dei rapporti.
L'uomo entra in questo mondo e ne sconvolge gli equilibri, non solo perchè non conosce quali sono i rapporti, ma sempre per i suoi scopi non gli interessa sapere cosa succede.
Così nel mio lavoro, durante la scelta delle piante, tengo sempre conto del bosco in cui mi trovo. Oltre a conoscere le solite e intricate situazioni umane, effettuo un lavoro sotterraneo di indagine nel bosco, per cogliere il "Genius loci". Il Maestro Eco ancora nel Cimitero di Praga scriveva:
Poiché nessuno pensa che le sue sventure possano essere attribuite a una sua pochezza, ecco che dovrà individuare un colpevole.
Fermandomi alle pochezze umane, si può vedere come così nascono le discussioni, sulle scelte, sui diversi punti di vista e su come si sarebbe potuto fare. Prima di trovare un colpevole, Guglielmo da Baskerville nel monastero, sotto gli occhi di tutti, cerca dentro di sè una risposta e mette in dubbio le sue convinzioni.
Magister semper docet.
Grazie Umberto Eco per i capolavori che ci hai donato.
Thank you for Gamazda in this time for her infinity soundtrack.
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