mercoledì 3 marzo 2021

La biodiversità

Cito dal Corriere della sera, un articolo di Luca Bergamin, "gli alberi, sottolinea la Fondazione, sono fondamentali nell’assorbimento dell’anidride carbonica, favoriscono la biodiversità, aiutano la regolazione del micro clima urbano, facilitano il raggiungimento del benessere fisico e psicologico delle persone."

Gli esseri umani, gli animali, i vegetali, i batteri e i virus sono gli attori principali della biodiversità. La fauna e la flora della Terra racchiudono una consistente parte della biodiversità.  Se ne sente parlare ovunque, ma raramente ci si sofferma sul significato. Il termine è stato introdotto nel 1980 da Tom Lovejo. Nel 1992, durante Conferenza dell'ONU a Rio de Janeiro con l'art. 2 della Convenzione è stata messa in evidenza, è stata portata all'attenzione del mondo. 

Si tratta della diversità biologica da un individuo all'altro all'interno della stessa specie. L'enciclopedia Treccani recita:

La 'diversità genetica' si riferisce alla variazione dei geni entro la specie, ossia entro e tra popolazioni della stessa specie. Essa è alla base e garantisce la diversità agli altri due livelli, in quanto consente la perpetuazione della vita, ossia il superamento delle avversità ambientali a cui un organismo o una popolazione possono trovarsi esposti. A ogni generazione, grazie alla fecondazione e alla ricombinazione, si ha la nascita di nuovi individui, un certo numero dei quali sarà in grado di rispondere ai cambiamenti ambientali e assicurare la continuità della popolazione. 



Nel Bosco che c'è affronto l'argomento, ponendo la biodiversità al centro della questione della scelta delle piante migliori da rilasciare nel bosco. Anche un usuale e tradizionale taglio ceduo del bosco ci pone di fronte a questo problema che è rappresentato dal dovere di conservazione della "diversità biologica". 

Questa Roverella a bordo di un bosco, qui sotto riportata, ha vissuto i moti popolari nello Stato Pontificio, ha subito i bombardamenti delle due guerre mondiali, ha trasportato le sue caratteristiche genetiche fino ad oggi.  


"Il taglio del roverella centenaria per lasciare spazio a quelle più piccole, toglierebbe rami accoglienti per gli animali (e per la microfauna  in generale che trova rifugio nella corteccia, tra le foglie e tra le radici) e soprattutto non sarebbe più disponibile il seme maturo in grado di garantire il futuro".

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