sabato 26 dicembre 2020

Il Carpino nero

 

Lungo la salita verso il Monte Patino, incontro un carpino nero che mi racconta di questo sentiero.


"Questa è una valle spesso dimenticata dagli abitanti del paese, ma da questa valle, grazie all'azione della Fonte Vena, nell'arco di migliaia di anni si è formato il substrato di basamento di sabbia e limo su cui è stato eretto il paese." 

Continua il Carpino "Durante, la scossa del 30 ottobre 2016 anche noi qui sui versanti della valle abbiamo avuto paura di essere inghiottiti o schiacciati. Cadevano dall'alto della montagna rocce e costoni di rocce di grandi dimensioni. Sembrava come una grandinata estiva, mentre il terreno da sotto le radici sussultava fortemente." I vecchi Alberi dicono che questi eventi siano già accaduti anni fa e più volte. Abbiamo temuto e anche i nostri amici animali sono scappati. "

Dopo una breve pausa e scuotendo le foglie, la pianta aggiunge: "Noi, potevamo solo aspettare che finisse."

"Ora che sono passati quattro anni, nel bosco abbiamo ricominciato a vivere, siamo più tranquilli, ma nessuno degli umani si è preoccupato di ripristinare il sentiero. Ci sono certe voragini, crepe impressionanti." 
"Ma pensandoci bene, qualche ragazzo è passato e ce n'era uno, che camminava lentamente e che si è preoccupato di sistemarmi la chioma. Si è avvicinato e mi ha tagliato il ramo che una pietra mi aveva lacerato e sistemato quei rami che erano danneggiati. Poi, ha costruito sotto di me una bella panchina in legno. Vi aspetto per darvi refrigerio con la mia chioma che in quattro anni è diventata bellissima." 

"Qualcuno mi viene a trovare? ...."Is anyone coming to see me? Who is coming to talk to me?  Qui vient chez moi, je voudrais lui parler!"  

lunedì 21 dicembre 2020

Nsima casualità

 Nsima casualità

                                                                                              a Luciano

Il solstizio s'avvicina

e la Luna ogni sera 

si veste di luce bianca

che osservo, che fisso

compaiono immagini

vita scivolata, trascorsa

giovinezza sfuggente

indaffarata, stretta e morsa

dal tempo, mentre nella mente

di te ricordo solo più i gesti 

non sento più la voce

senza preavviso qui 

arriva un Angelo

a nominare Lucio.

Foligno, 20 dicembre 2020                              

                                                     Paolo Pablos Parigi


venerdì 18 dicembre 2020

Andare dove? - Einaudi: Andare

Andare, camminare, divenire sono verbi di movimento. Sono forse la soluzione per il periodo che stiamo vivendo? Lo spostamento presuppone un lavoro sia esso fisico sia esso concettuale. Forse oggi parliamo di lavoro più concettuale, un viaggio mentale piuttosto che fisico, per poter trovare delle soluzioni alle continue sollecitazioni provocate dal virus, COVID 19. Esso di certo, si muove e viene facilmente veicolato dal nostro corpo, dal vivere moderno. Noi, per fermarlo siamo costretti a ridurre al minimo gli spostamenti, senza per questo rinunciare al nostro divenire. 

Insomma, essere talpe, come suggeriva il romanzo "Diario di una talpa" di Paola Mastrocola, può in questo momento aiutarci ad impedire il propagarsi del virus. Ci aiuta a riflettere e a ragionare sul nostro modus vivendi. Per un adulto è più semplice, ma un ragazzo come vive questo rallentamento? Può un ragazzo trasformarsi in talpa, benchè sia alla continua ricerca della luce, dell'aria? Oggi, egli risponde che lui deve andare, deve fare, creare, vuole crescere e accumulare nuova esperienza. 
Così nascono degli scontri con gli adulti, ancor più aspri di quelli che accadevano nella giovinezza a cui eravamo abituati fino a ieri. Si chiede ad un adolescente uno sforzo di maturità, di comprensione che non può conoscere, ne accettare. Questo divieto, l'ennesima chiusura lo farà inevitabilmente crescere prima del tempo. 
Caro giovane, avrai dopo, quando tutto e molto presto verrà dimenticato, il tempo di andare ancora più velocemente per recuperare le esperienze perdute. Avrai un'arma in più: un pizzico di sapienza in più. Sarai inevitabilmente più riflessivo, più attento e ti sorprenderai di te stesso. 

Allora, tu, o giovane, potrai incidere con maggiore capacità e consapevolezza sul tuo futuro, ben sapendo che la strada da fare sarà ancora lunga, come lo è per tutte le persone che vogliono imparare. Inizierai a farti delle domande e sbaglierai ancora...ma sbagliando potrai crescere. Insomma sarà per te un andare molto più consapevole.

Un filosofo di Recanati, a Pisa il 13 Aprile del 1828 scriveva riguardo la giovinezza:

Credei ch'al tutto fossero
in me, sul fior degli anni,
mancati i dolci affanni
della mia prima età:
i dolci affanni, i teneri
moti del cor profondo, 
qualunque cosa al mondo
grato il sentir ci fa.

 Avrai tutto il tempo per li "dolci affanni del cor"!

Semplice...dolce come le dolci carezze di una madre a suo figlio...
Grazie Ludovico!

giovedì 17 dicembre 2020

Versus halepensis

 


Versus halepensis


Il leprotto grigio saltella

vicino alla rosa canina

si nasconde dietro la roverella

se l’uomo lesto s’avvicina

 

Vedete una verde pineta

sembra fitta d’inverno, inospitale

ma non è questa la meta

sono gli aghi del pino locale

 

E’ dalla corteccia argentata

non scura come il pino nero

in quel d’Aleppo è più fessurata

grigiastra dal legno leggero

 

la chioma contorta e sbarazzina

solletica le compagne che ha con sé

spontaneo nella bassa Valnerina

d’Aleppo il pino del “Bosco che c’è”.

                                                                                            Paolo Pablos Parigi

mercoledì 16 dicembre 2020

Anteprima

Il bosco che c'è....Il pino d'Aleppo racconta due mesi di vita cartacea sul mio lavoro.

Come fa?


mercoledì 9 dicembre 2020

Poesia: Giallastro autunno

 


In un autunno dolciastro

rientrando una notte nera

il rosso brillante e rossastro

delle foglie delle ortensie

m’ha aperto nel cuore

repente una primavera.

 

Paolo Pablos Parigi

Foligno, 08.12.2020. Ore 1:48. A Samuele

lunedì 7 dicembre 2020

L'autunno dolciastro del 2020

L'autunno dolciastro inoltrato del 2020

 I colori intensi dell'autunno che dominano sulle campagne e nelle nostre metropoli mi fanno pensare ad una Natura in buona salute nonostante le nefandezze dell'uomo. Le nuvole in cielo che scaricano sul terreno quantità d'acqua considerevoli, diventano una buona difesa contro le polveri sottili delle nostre attività, necessariamente inquinanti. Se l'uomo ancora non ha imparato a difendere i suoi territori dalle inondazioni, forse deve farsi qualche domanda. La storia è fatta di corsi e ricorsi. Certe situazioni ritornano. Anche le alluvioni e le inondazioni hanno dei tempi di ritorno e di quelli bisogna tener conto nella progettazione a lungo termine. Se durante la progettazione, il fattore economico e il fattore speculativo diventano gli unici termini discriminatori nelle scelte politiche, allora non si troverà mai una risposta alle problematiche ambientali.  

Le esigenze della natura, delle piante e di tutti gli esseri viventi sono diverse dalle esigenze dell'uomo sapiens sapiens. Il punto d'incontro tra la nostra specie e l'ecosistema deve essere cercato, altrimenti l'uomo può averne la peggio. In questi giorni ne abbiamo continue dimostrazioni. 

L'autunno è la stagione che precede l'inverno o meglio ultimamente è una breve anticamera all'inverno. Per l'uomo che lavora in campagna rappresenta il momento del riposo o del rallentamento. Durante le lunghe serate in casa al caldo può essere anche il momento per condividere, per parlare, per ragionare, per meditare e fare bilanci. E' inevitabilmente un periodo più lento. Ma l'uomo moderno durante questa frenata del ciclo naturale rallenta o mantiene lo stesso ritmo della parte restante dell'anno? L'uomo moderno ha inteso che prendere fiato per il ciclo naturale è fondamentale, lo sarà forse anche per lui? 

Non lo so, io guardo i colori dell'autunno e dopo aver aver rallentato ha notato che le foglie delle ortensie prima di cadere diventano di un bel rosso brillante, poi rossastre, marroni e iniziano a seccare. Prima  ingenuamente pensavo cadessero direttamente ancora verdi...

Autunno Dolciastro - Carmen Consoli - 1998

Io di autunno ricordo bene quello dolciastro della Cantantessa Carmen Consoli, in parecchi concerti a Torino e dintorni. Nettamente una delle mie fondazioni, una continua fonte d'ispirazione.  Mentre scrivo sto ascoltando Geisha del concerto di Partanna del 28.08.2015. Briiiviiidiii!

Metto li il link...tanto perchè ci si possa rendere conto....

Carmen Consoli - Partanna 28.08.2015





giovedì 3 dicembre 2020

Ricordi ancora? Pure emozioni.


Così alle volte nasce un goal, un bel momento, un'emozione forse non ripetibile, ma da raccontare e riportare alla luce. Ridestare la memoria di quelli che hanno umanamente dimenticato, ecco il vero potere dei social di oggi.


"Carlo, allora scegli il numero di maglia che vuoi, da noi il 10 è già occupato ma potresti prendere il n.20 , è due volte il 10 quindi meglio!" Diceva il nostro DS Tommaso!...E per 15 anni quel numero è rimasto sulle mie spalle...Adesso da circa 5 anni è sul mio polpaccio sinistro e ci rimarrà x sempre...

Poche righe che come una scintilla accendono anche altri ricordi. Così, essendo io, colui al quale piace fissare sulla carta le emozioni, decido di sporcarla nuovamente, come facevo allora, con dei flash dopo le partite. Riporto ora un articolo del 2002 del Giornale, Tutto il Duomo, che ben rappresenta ancora oggi, Covid 19 permettendo, quello che è lo spirito con cui molti si dedicano alle attività sportive amatoriali.

  

La purezza ...che conta nel calcio
(ndr dell'allora redattore del giornale sportivo)

Il calcio copre le pagine dei quotidiani, dilaga sulle televisioni a pagamento e non, irrompe nelle discussioni nei locali, infiamma milioni di tifosi nel mondo e muove un giro d'affari da migliaia di miliardi. Di tutto questo, noi duomesi (razza di calciatori del CSI del chierese in provincia di Torino, ndr spiegazioni dovute ai lettori di altre Regioni) siamo un piccolissimo ingranaggio di dimensioni microscopiche, e del tutto marginale, visto che l'equipaggiamento per praticare il calcio, dobbiamo procurarcelo a nostre spese. Nessuno mi ha mai offerto una lira per giocare a pallone, e così accade tutt'oggi alla maggioranza dei calciatori che militano nei campionati amatoriali. Voi direte - lo credo per come si gioca!- però dico anche che, se a molti di noi fosse data la possibilità di allenarsi come le grandi squadre della serie A, alcuni potrebbero aspirare a giocare in categorie più titolate. "Quindi è una questione di ore di pratica?" Voi direte "ma chi te lo fa fare?!" e io vi rispondo a gran voce: "la Dea Passione!!" Ndr a margine: forse le squadre italiane oggi avrebbero molti più calciatori italiani.
La Dea Passioneee! E' proprio lei che ti fa mangiare di meno la sera prima, che ti fa saltare nella notte le dolci effusioni con la tua metà, che ti fa fumare di meno il giorno prima, che ti butta giù dal letto di domenica alle sette e un quarto, che ti fa spostare per le strade nebbiose delle prime ore della domenica d'inverno, che ti fa scivolare sul ghiaccio del campo, che ti fa correre nell'acqua e nel fango, che ti fa stare seduto in panchina con i ghiaccioli, che ti fa lottare, saltare, correre anche senza palla, che ti fa allenare durante la settimana dopo una giornata di lavoro, che ti da le energie quando non le hai per rincorrere il sogno: vincere, segnare più goal degli avversari, così come fanno i grandi.
Ora il livello dipende dal fatto che ci si alleni una o due volte a settimana, ma ciò non impedisce che ognuno di noi metta in campo tutto il sale possibile in quell'ora di "sforzo agonistico estremo". Ho detto sforzo estremo, perchè tutti noi sia che scendiamo in campo, sia che rimaniamo seduti in panchina, mettiamo in quelle ore tutte le nostre energie con un alto coinvolgimento psicologico, oltre che fisico. E' un'attività agonistica nella quale ognuno getta la propria Passione, che si traduce in un complesso insieme di piccoli gesti significativi che ti fanno salire l'adrenalina, che ti trasformano. Per una misera manciata di ore, tra partita settimanale e allenamenti, sei letteralmente catapultato in un mondo fatto di sudore, di fatica...sei talmente coinvolto che senti solo l'energia pura fluire. Questa una volta tanto non solo è veramente pulita ma purifica anche lo spirito dell'uomo moderno.
                                                                                            S.B. e P.P.P.

Un video per rivedersi qualche anno fa 

Un grazie speciale per il video, generosamente pubblicato e concesso dal Bomber Giancarlo Aude, al quale rimangono tutti i diritti!





La brace del mio camino

La brace del mio camino
arancione fluo, grigio e nero miscela naturale di colori